Esprimere le emozioni attraverso la scrittura. Perché scrivere fa bene.

Affidare a carta e penna le proprie emozioni è certamente uno strumento utile a dare voce alla propria sofferenza.

Le parole descrivono, trasformano, ci aiutano a metterci in contatto con le emozioni non elaborate, sono evocative, agiscono sul nostro stato d’animo e ci permettono di far emergere enormi pesi che ci portiamo dentro.

Chiunque abbia tenuto in passato un diario in cui esprime pensieri legati ad uno stato di sofferenza ne conosce il potere terapeutico.

Non è necessario saper scrivere, lo scopo non è quello di compiere un impeccabile esercizio di scrittura, ma è quello di intraprendere un viaggio introspettivo.

Il requisito essenziale? La voglia di farlo.

Nel momento in cui troverete il tempo e le parole per esprimere un disagio, una storia, un dolore vi
accorgerete quanto questa azione agisca sul sentire e di conseguenza sul vostro benessere.

Può essere una poesia, una lettera, qualche riga, non conta la forma, la cosa più importante è che il
contenuto provenga dal cuore, si scrive ciò che si sente.

Quando farlo?

In qualsiasi momento e per qualsiasi ragione. Io suggerisco spesso di farlo soprattutto nei momenti di grande sofferenza, quando si è in preda ad una forte emozione. Prendete carta e penna, chiudete gli occhi, respirate profondamente, ‘guardate’ quali sono i pensieri che vi state prefigurando nella testa e annotateli.

Ci sono segreti che portiamo dentro di noi e che facciamo fatica a rivelare?

Se siamo stanchi di portarli dentro affidiamo il peso alla carta. Non importa cosa ne faremo in seguito, potremo anche distruggere ciò che abbiamo scritto, non è importante perché nel frattempo loro avranno avuto la loro utilità, hanno accolto il nostro sfogo e ci hanno alleggerito.

Potete provare ad analizzare il vostro vissuto attraverso i ricordi. Recuperando vecchie fotografie e ripensando a dove eravate e come vivevate in quel periodo.

Scrivete una lettera a voi stessi, una lettera libera, una lettera di scuse, o una di incoraggiamento. Non censuratevi e non tornate su ciò che avete scritto, è un momento tutto vostro durante il quale potete permettervi di essere autentici, onesti, sinceri.

Cosi facendo comincerete a prendere confidenza con questo ‘strumento’ e aprirete un dialogo interiore che potrà rivelarsi molto utile.

La scrittura che prediligo e che spesso suggerisco di utilizzare durante gli interventi di counseling è una lettera indirizzata a qualcuno di importante, un genitore, un figlio, il proprio partner. Affidare alla carta pensieri, emozioni e aspetti della relazione non risolti, può rivelarsi un metodo estremamente efficace per sciogliere nodi e riconciliarsi con le figure alle quali ci stiamo rivolgendo.

Per concludere, sebbene sia scontato, è fondamentale che la scrittura sia a mano perché quando scriviamo il nostro ‘io’ si libera e il pensiero scorre più fluentemente.

E’ una attività che possiamo praticare tutti, trovate un luogo tranquillo, superate inibizione ed eventuali blocchi e concedetevi uno spazio tutto vostro per esprimervi liberamente.

Una occasione irrinunciabile per cambiare il vostro sguardo sul mondo e sulla vita.

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